fbpx

Il fallimento va messo in conto e accettato

Il fallimento va messo in conto e accettato

Il fallimento va messo in conto e accettatoIl fallimento fa male, brucia; è un pugno allo stomaco. Ci mette in discussione sia come persone che come atleti o appassionati di allenamento.

Eppure solo grazie alle cadute si cresce.
Si prende atto che qualcosa non ha funzionato.
Si cerca di capire il perché.
Si cerca di fare meglio in futuro.

Non è un caso, infatti, che i migliori atleti al mondo abbiano avuto alle spalle tutta una serie di fallimenti. Lo stesso Ronnie Coleman, osannato come The King – “il re” -(e a ragione…), qualche cantonata l’ha presa anche lui.

Cosa distingue quindi un buon atleta da uno mediocre? Solo la genetica?

A quanto pare no…

Il buon atleta si prende la responsabilità del proprio fallimento. Che non significa che debba fustigarsi a vita, subendo lo sdegno e la derisione di familiari, amici e concorrenti (anche se così siamo stati abituati fin da piccoli).

ASSOLUTAMENTE NO.

Il buon atleta riconosce che, se qualcosa è andato storto,
NON è colpa della genetica,
NON è colpa degli avversari,
NON è colpa del giudice che non capisce niente,
NON è colpa degli intrallazzi.

Il buon atleta riconosce che sbagliare fa parte del gioco, impara dai propri errori (NB: testa bassa e allenamento duro e personalizzato, alimentazione seria e non a senso, eventuale integrazione ben settata, ecco quello che serve!), se possibile limita i danni e si impegna a fare meglio in futuro.

Solo così si allena l’eccellenza.
Solo così si vince DAVVERO!

#TeamAgliata #GymHeroes #FitBeauty