Mi capita spesso di leggere commenti di persone che additano l’invidia come un male assoluto, al quale non si deve cedere in alcun modo.
Purtroppo (o per fortuna, in alcuni casi) la verità tende ad allontanarsi sempre di più da quella che è la definizione che l’uomo “moderno” conferisce alla parola presa in esame.
Per comprendere la natura contro intuitiva e genuina nascosta dietro al sentimento dell’invidia, tuttavia, è necessario fare un minuscolo passo indietro.
Quello che forse non sai è che con la venuta del periodo di oscurantismo che stiamo vivendo tutt’oggi, sono nati due movimenti ideologici particolari:
il primo è la morale cattolica; il secondo è la corrente politico-economico-filosof
Queste “correnti” – concepite per generare tumulto, disordine e dissodare l’animo degli uomini meno evoluti per rievocarne in superficie i sentimenti più ignobili – hanno creato un pensiero antitetico rispetto a quello della società tradizionale, riassumibile in modo barbaro nella frase “siamo tutti uguali”.
Ciò detto, è lapalissiano quanto questo concetto teorico sia anni luce lontano dalla verità. In francese: non siamo tutti uguali manco per il cazzo.
Il problema?
Questa “degradazione moderna” fittizia si intreccia indissolubilmente con una realtà che rispecchia l’esatto contrario.
E proprio come l’aria fredda e aria calda che si muovono lungo la stessa direttrice, ma con verso opposto, danno origine ad un uragano, questa incongruenza tra “credenza moderna” e mondo reale alimenta senza nessun tipo di controllo quel sentimento che oggi la maggior parte delle persone chiama “invidia”.
Ti stupirà sapere che l’invidia altro non è che un sentimento atavico e – per quanto controintuitivo possa sembrarti – se canalizzato con raziocinio, è un sentimento sano.
L’invidia intesa atavicamente come “sincera ammirazione per l’altrui successo e voglia di non rimanere indietro rispetto ad altri”, è un sentimento genuino e positivo.
È l’istinto che ti porta ad allenarti un’ora in più.
Ti spinge ad alzarti prima la mattina e prepararti i pasti.
A fare quella serie in più oltre la volontà.
A far due pose davanti lo specchio invece di scorrere la home di facebook.
Quello che invece viene definita invidia oggi è la compendio moderno di “invidia+follia”. Non è difficile capire che non si tratta dello stesso tipo di “forza”.
Te la butto giù terra terra: l’invidia moderna è quel sentimento corrotto che parte dall’assunto che essendo tutti uguali, una persona che ha successo è passata per “vie traverse” o ha avuto quella che oggi si chiama “botta di culo”. “Genetica” nel nostro mondo.
Non è così, o almeno non sempre. Sicuramente non per quanto riguarda gli atleti e appassionati fedeli al credo che porto avanti da quando ho iniziato a fare il preparatore natural e divulgare quanto conosco e sperimento.
Secondo la Tradizione, l’uomo è chiamato a vivere per assolvere ad un compito che gli è “stato affidato”. Per classificare le persone in base a questi “compiti” e alla vocazione di ciascun individuo, vennero create le “caste”.
Non c’è l’accezione negativa derivante dal fatto che “siamo tutti uguali” e quindi non è corretto separare le persone.
Casta come “attestazione del nostro compito da vivi”, quello che oggi chiameresti “ruolo nella società”.
Era concepita normale e accettata l’esistenza di persone che, per vocazione, erano destinate ad eseguire un lavoro “manuale”, portare il pane in tavola per la propria famiglia ed essere rispettato ed accettato da essa e dalla cerchia di conoscenze vicine.
Tradizionalmente parlando, sono coloro che nascono per assolvere ad un lavoro manuale. Sono esseri umani al 100% appagati e felici di trascorrere la loro esistenza in questo modo, rispettati altresì da coloro che appartengono a classi superiori.
Esistono poi coloro che avvertono uno “squilibrio nella forza”, una sorta di agitazione costante al solo pensiero di passare la propria vita nel ruolo che gli viene “assegnato” alla nascita.
Si rendono conto, col tempo, che quel ruolo non gli piace. Che non gli basta o, semplicemente, gli sta troppo stretto o troppo largo.
Ti basta pensare, ad esempio, al numero di campioni di bodybuilding o powerlifting natural che si devastano in palestra e “si costruiscono da soli”. Segnati questo: circa l’80% degli atleti natural non ha la supergenetica mostruosa, i miglioramenti, i gainz, se li guadagna da solo SENZA ereditarli e facendosi il culo in palestra e in cucina.
Ora, ho due notizie per te. E come sempre sono una buona e una cattiva.
La buona notizia è che, come ho appena accennato, in principio – e ancora oggi – è possibile trascendere il proprio ruolo, quello che sembra imposto dalle circostanze in cui veniamo al mondo.
La “cattiva” notizia è che non si può fare “aggratis”.
Vedi, scavalcare il tuo ruolo sociale passa, nella maggior parte dei casi, da un particolare rito di iniziazione, ovvero dal rinunciare non solo a tutte quelle cose che non ti piacciono della tua situazione attuale – che è ciò che ci spinge al cambiamento – ma anche (e soprattutto) di quelle che ci piacciono.
In parole povere, non puoi diventare chi vuoi, finché non sei disposto a capire che devi rinunciare a TUTTO ciò che sei oggi.
Se butti giù, nero su bianco, tutti i “vizi”, “piaceri” e “permessi” che ti concedi, e ai quali non rinunceresti mai, saresti presto davanti ad un lungo elenco di abitudini (ma anche di persone) che letteralmente ti stanno tenendo inchiodato nella tua condizione attuale.
E per poter evolverti, e ambire ad una classe superiore, non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Non puoi avere il fisico dei tuoi sogni…
…ma continuare ad andare allo stadio la domenica, a mangiare merda, a fare l’aperitivo il venerdì, l’apericena il sabato con gli amici, non cagare la palestra o allenarti 40/50 minuti a 0 carbo e scoppiare birrini come se non ci fosse un domani davanti alla partita della squadra del cuore e non voler sentire parlare di carboidrati dopo le 18.
Che ti piaccia o meno, non è così che funziona.
Mi dispiace se non lo capirai, perché continuerai ad inseguire la chimera dei suoi sogni più ardenti fino a bruciarti nel tentativo di raggiungerla senza successo.
Al contrario, come ti ho detto, esiste un rito di iniziazione che, nell’antichità (metaforicamente parlando) dava l’addio al “fanciullo” col fuoco per far spazio ad un uomo definito.
Ancora: devi cancellare col fuoco ciò che sei per diventare ciò che vuoi divenire.
Questa è la realtà dei fatti ed il motivo per cui “non siamo tutti uguali”, dato che non tutti sono disposti e dovrebbero sottoporsi al rito di cui abbiamo parlato.
Solo pochi, rari individui dovrebbero affrontare a tale passaggio, ovvero coloro che sentono una sincera e naturale pulsione a scavalcare definitivamente la propria condizione di nascita, lasciandosi alle spalle tutto ciò che sono oggi per divenire CHI desiderano essere.
Non chi sente la pulsione di “avere una Ferrari sotto al culo, perché la società glielo impone ogni volta che accende la TV e se non ce l’ha è un fallito ad ogni cambio canale”.
Questi sono gli stessi che falliscono affrontando il rito di iniziazione moderno, incapaci di rinunciare a ciò che sono oggi per diventare un tutt’uno con il loro potenziale umano.
Per tornare al discorso dell’invidia, lo dico a te perché non posso raggiungere le persone che ti circondano – e, che rimanga fra noi, non mi interessa neanche farlo -.
Mi interessa però che, a prescindere da cosa fanno gli altri, TU ricordi questo: non devi MAI denigrare o invidiare il successo altrui.
Concentrati su un profondo e integro processo di “conoscenza di te stesso”, nell’ottica che ti ho appena mostrato.
Solo così potrai capire se senti profondamente di non avere ciò che desideri. Solo così ti si pareranno davanti ai tuoi piedi le uniche DUE strade percorribili.
Scegli la prima se realizzi di essere stato semplicemente plagiato dal mondo in cui vivi. In questo caso dovresti trovare la realizzazione totale in ciò che già fai senza paragonarti con altri, senza quindi invidiare nessuno.
La seconda ti è concessa solo se ti renderai conto di essere veramente “fuori posto”. In questo caso dovrai affrontare tutto ciò a cui non stai rinunciando che ti impediscono di fare il “passaggio del fuoco”.
Ti sottoporrai a quel rito di purificazione che ti renderà un uomo tradizionale differenziato e ti permetterà di realizzare completamente ciò che sei in tutto il tuo potenziale.
Daje!!!
Antonio
#TeamAgliata #GymHeroes #FitBeauty
PS: scusa, mi sono lasciato trascinare dalla scrittura e mi stavo dimenticando di dirti che sul sito del Team Agliata ti rivelo il “passaggio del fuoco” dell’atleta.
Questo particolare passaggio – rivolto solo a coloro che sentono quella sincera e naturale pulsione a scavalcare definitivamente la propria condizione di nascita e sollevarsi al ruolo che sentono proprio – però chiuderà presto.
Dopo sarà troppo tardi ed è probabile che tu non possa riaprirlo – costringendoti così a dover percorrere la prima delle due strade che abbiamo visto poco fa.
Se è questo ciò che vuoi, così sia. Ti rispetterò per la scelta fatta.
In caso contrario, clicca qui per il tuo “passaggio del fuoco” ===> http://teamagliata.com/
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